Dimissioni Lo Presti-Sturniolo: Zuccarello romantico scrive una lettera ai colleghi

Daniele Zuccarello

La decisione di Nina Lo Presti e Gino Sturniolo di lasciare il proprio posto in consiglio comunale fa discutere: sono molti i colleghi che si dicono dispiaciuti, qualcuno si è detto addirittura contrariato. Tra tutti c’è persino chi prova a dissuaderli, per una ragione o per un’altra. Ma solo uno decide di prendere penna e calamaio e scrivere loro. Attenzione però, mica parliamo di una letterina “da me a te”, anzi, per la precisione va detto che suddetta letterina è dal mittente all’intera popolazione eccetto gli effettivi destinatari che, stando a quanto affermano, non hanno attualmente ricevuto nulla.

Autore della missiva è Santi Daniele Zuccarello, momentaneamente privo di una casa madre e ultimamente approdato al Gruppo Misto; consigliere girovago (nell’ultimo periodo) sempre ben piazzato sotto i riflettori -che, all’occorrenza, non manca di saper adeguatamente inseguire- il suo appello lo fa passare attraverso la stampa: una cosetta privata insomma. Interpellato a riguardo, il fondatore di Missione Messina, ci ha spiegato che la logica dell’esposizione pubblica delle sue parole (che di seguito riportiamo) sta nella chiosa che racchiude una chiara richiesta al sindaco affinché li dissuada. Una richiesta d’intervento quantomeno bislacca se si considerano le storie recenti dei due, ormai da tempo, ex accorintiani -per l’appunto-.

“Cara Nina, caro Gino” e soprattutto cari tutti i cittadini che leggeranno il suo messaggio , “è inutile dirvi quanto mi rammarichi la vostra scelta di lasciare il consesso civico e non lo dico per pura formalità. Penso di sapere lo sconcerto, la delusione, la rabbia e il senso d’impotenza che state provando, a maggior ragione dopo le ultime vicende giudiziarie che ancora una volta hanno colpito il consiglio comunale consegnando all’opinione pubblica l’immagine di un’istituzione delegittimata e sempre meno credibile. So che non riuscirò a fermarvi, ma voglio provarci perché le vostre dimissioni sono una sconfitta per tutti noi.

Una serie di affermazioni degne della più romantica dichiarazione d’amore: “Se andate via la città perderà due consiglieri che hanno rappresentato la parte migliore di Messina, la più pulita, la più coerente, la più trasparente. Il vostro modo d’interpretare il ruolo di consigliere comunale è stato una lezione anche per chi, come me, ha alle spalle un altro mandato, ma proprio per la coerenza che vi ha contraddistinto voglio invitarvi ad una riflessione. Quello che oggi è il momento più buio di questo mandato è anche quello in cui maggiormente dovete rappresentare la voce dei messinesi. Voi non siete due numeri, due portatori di voti, voi siete stati due infaticabili portatori degli interessi dei messinesi. Se vi dimettete sarete sostituiti dai primi dei non eletti nella lista” che, per la cronaca, sarebbero Maurizio Rella e Cecilia Caccamo. Sulla posizione di quest’ultima, a quanto pare, si starebbe valutando il da farsi giacchè si tratta della compagna del sindaco e questo potrebbe/dovrebbe costituire un tema di profonda riflessione sull’opportunità di sedere in consiglio.

Le dimissioni di questi due battitori liberi, spina nel fianco di amministrazione e delle opposizioni (o presunte tali) ,va detto,  sono un fatto eclatante e, indubbiamente, costituiscono anche un impiccio enorme per i troppi che da più di un anno ormai parlano di sfiducia, di insoddisfazione, di dimissioni e si dissociano da tutto e tutti senza passare dalle parole (spesso di supereffetto) a fatti radicali e chiari.

Ecco che i due -futuri dimissionari- fanno il botto con l’idea vincente, prendendo alla sprovvista i colleghi: dicono addio al consesso per allontanarsi realmente e definitivamente da quel -e chi- che non condividono. E allora, dopo tre anni di spot da parte di buona parte dell’Aula, c’è chi si dissocia davvero, nei fatti: se ne va.

Ma no, così è veramente troppo grossa. Bisogna proporre qualcosa di più clamoroso. Che dire? Di sfiducia non si può parlare perché lo hanno già fatto cani porci e gatti mammoni; le dimissioni personali non sono in discussione perché, in fin dei conti, non se le accolla nessuno (e, del resto, che senso hanno?). Ma, a rompere le uova nel paniere arrivano due  che non solo le annunciano ma le rassegnano pure, e per davvero. Allora che si fa?

“Se invece  proviamo a raggiungere quel numero 21 consiglieri dimissionari, necessario  per sciogliere il consiglio comunale allora avranno avuto un senso tutte le battaglie”. Ecco la proposta vincente che arriva proprio da Zuccarello: ritirate le vostre dimissioni e convinciamo ventuno, dicasi ventuno membri del consesso -cioè 18 oltre “noi”- a lasciare il proprio posto.

Ora, a dirla completa, come ricorderete, Lo Presti e Sturniolo avevano chiesto un supporto ai colleghi per un consiglio urgente e speciale per affrontare la questione della composizione dell’Aula alla luce dei recenti fatti occorsi al consigliere David (con tutte le conseguenti deduzioni degli inquirenti sul voto di scambio) e si sono ritrovati, col sudore della fronte, a racimolare appena una manciata di firme. “Un problema di metodo”, secondo qualcuno. I fatti però parlano chiaro: nove in tutto. Un altro esempio lampante sta nel fatto che per depositare una proposta di sfiducia condivisa si rimpallano e rimbalzano da mesi la penna perché “prima firmi tu poi firmo io”, e davvero si pensa che in ventuno potrebbero togliere le tende e mandare tutto alle ortiche? Non ci crede nessuno e forse neanche lo stesso proponente che, ci si contenterà di pensare, forse ha voluto fare il provocatore e come strategia può funzionare. Di certo Zuccarello potrà dire “io l’avevo proposto” : argomento da campagna elettorale di certo efficace; meglio del silenzio che qualcun altro invece sta mantenendo come se la questione non lo/a riguardasse.

Ma questa vicinanza dell’ex renziano che, oggi, candidamente, ammette di non ritrovarsi nel Pd né in referenti politici di alcuno schieramento, ai due eletti tra le fila di CMdB poi allontanatisi dal gruppo, avrà un seguito nel futuro politico dei diretti interessati?  “Non facciamo gruppo a tre ma a due”, risponde a riguardo Sturniolo. “Apprezzo la lettera -che, a dire il vero, non ho avuto il piacere di leggere- ma finisce lì”, ci dice. E non ha avuto il piacere di leggerla neppure l’altro elemento del binomio, Nina Lo Presti: “Ha suggerito le dimissioni di massa? Ottimo, sono contenta. Allora aspettiamo che sabato arrivino gli altri 19: noi due ci siamo. Le nostre dimissioni non possono essere subordinate a quelle degli altri”. Non si muovono dalla propria (vincente) posizione che è frutto di un percorso preciso e diverso da quello di Zuccarello come entrambi ammettono. E lo puntualizza anche l’ex Progressista, ex Grande Sud oggi scevro da sovrastrutture partitiche. “Diamoci un tempo”, suggerisce il consigliere ai due colleghi. “Io con loro ho già condiviso un percorso: non politico, s’intende. Ma ci siamo ritrovati vicini in molte battaglie”, prosegue, ribadendoci  quanto anche i due outsiders ci avevano confermato telefonicamente. “Non si sa cosa potrà nascere”, si lascia sfuggire, stuzzicato, il consigliere che chiarisce a scanso di equivoci: “Io non sono entrato nel Gruppo Misto per avvicinarmi a qualcuno”. Chi ha orecchie per intendere intenda.

Da par loro, i due “fu Accorinti” precisano con fermezza che nulla li smuoverà da una decisione assunta con consapevolezza: “Non ritiriamo nulla, non esistono le condizioni così come non ci sono perché si formi una maggioranza di ventuno persone che si dimettono”, ha affermato Sturniolo. “Se lo vogliono fare lo possono fare senza noi due”, conclude con garbo.

“La dimissione del singolo non cambierà le cose e ben presto saranno dimenticate tutte le cose straordinarie che avete fatto in questi mesi”, prosegue la lettera.

“Siete stati una voce fuori dal coro ma adesso potete diventare le prime voci di un coro. Vi chiedo solo di provare, con coraggio, a far sì che le vostre dimissioni non siano un gesto isolato ma diventino le prime di altre 19 dimissioni. Se non ci riusciremo allora potrete anche decidere di dimettervi da soli, ma vi chiedo almeno di provarci. Nei giorni scorsi ho aderito al Gruppo misto ed ero pronto, come è capitato in diverse occasioni in questi anni, a sposare alcune battaglie comuni. Ho firmato la vostra proposta di una seduta urgente sulle vicende legate all’operazione Matassa e sono pronto a unirmi a voi per raggiungere quota 21 dimissioni. Come me ci sono altri colleghi, ma dobbiamo provarci tutti”.

E, in ultimo, ecco il messaggio finale nel quale si troverebbe la giustificazione per aver scelto di pubblicizzare un attestato di stima a Lo Presti e Sturniolo: l’appello al sindaco. Ad Accorinti viene chiesto: “senza farsi guidare dai risentimenti, ricordi a Nina e Gino che sono due voci che questo consiglio non può permettersi di perdere.

Saranno poi gli elettori a giudicarci, nel bene e nel male. Ma fino a quel momento dobbiamo dire di averci provato e l’unico modo per poterlo fare è da dentro”.

Saranno gli elettori a giudicare, ben detto e, in un colpo solo, che fosse o meno l’ intento di Sturniolo e Lo Presti, c’è da giurare che i loro supporter con questa azione ribelle siano decisamente in aumento.

Tanto per cominciare, stando alle parole spese nei loro riguardi, quasi quasi potremmo pensare che il primo voto conquistato per le prossime (eventuali) amministrative dai due dimissionari potrebbe essere proprio quello di Daniele Zuccarello.

@EleonoraUrzìMondo

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