Casa di Vincenzo: riaperto il dormitorio per senzatetto

Ci sono voluti sette mesi per far tornare agibile La casa di Vincenzo, dormitorio pubblico di Messina riservato agli “ultimi”, ai senzatetto che spesso gravitano attorno alla stazione centrale, infestata dalle pulci e costretta alla chiusura, poi protrattasi per questioni anche burocratiche.

casavincenzo6 (Copia)Il primo dormitorio pubblico della città di Messina nato nel 2014, versava in gravi condizioni igienico sanitarie, ma da ieri  ha riaperto le porte e ben 22 sono state le persone che anche stanotte hanno trovato riparo fra i suoi letti.

La struttura, situata presso i locali degli ex Magazzini Generali, è stata bonificata e nuovamente messa a disposizione di chi, anche senza documenti, ha necessità di dormire e fare una doccia.

Ma la polemica è sempre dietro l’angolo: prima è stato contestato lo “spot” con Richard Gere mentre la casa restava chiusa (ma adesso appare chiaro che era solo questione di giorni, tuttavia non era stato fatto l’annuncio della riapertura, ma evidentemente gli ospiti “storici” ne erano già al corrente)  adesso a Libero Gioveni  le brandine con bastano.

“Queste 22 persone stanotte non hanno dormito in dei letti normali (così come è avvenuto in quel famoso 17 febbraio 2014, giorno dell’inaugurazione), ben sì in delle brandine. Mancano inoltre degli armadietti per poter depositare i vestiti, a mala pena gli ospiti hanno a disposizione una sedia dove poter appoggiare gli indumenti”.

A rispondere all’esponente dell’Udc è all’assessore ai servizi sociali Nina Santisi: “La mancanza dei letti e degli armadietti, spiega Nina Santisi, è una scelta dell’associazione “Santa Maria della Strada”, gestore anche della struttura”.

Armadietti e letti, fanno sapere dall’associazione, sono spesso portatori di insetti e al fine di evitare vi problemi igienico sanitari, questi non vengono montati, salvaguardando così l’incolumità degli ospiti.

Insomma una “casa” ancora più essenziale, ma che va salvaguardata come patrimonio comune e simbolo di attenzione verso i più deboli. (@Pietro Genovese)

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