Tutte a processo le cattivissime maestre di Reitano

di Gianfranco Pensavalli – Dovranno comparire davanti al giudice del Tribunale di Patti il prossimo 7 marzo, tre delle quattro maestre accusate delle presunte violenze fisiche e psicologiche perpetrate ai danni degli alunni di una pluriclasse delle scuole Elementari di Reitano, dipendenza del Comprensivo di Mistretta.

Il Gup del Tribunale di Patti Andrea Aliquò, al termine di una lunga camera di consiglio, ha disposto il rinvio a giudizio per Giuseppina Calanni, 58 anni di Caronia Marina, difesa dagli avvocati Benedetto Ricciardi e Paolo Chicco, Rita Crascì 41 anni, di Castell’Umberto, rappresentata da Santino Trovato e Giuseppa Lanza Cariccio 53 anni, di Castell’Umberto, assistita dall’avvocato Carmelo Occhiuto: stralciata la posizione della quarta maestra, Serafina Aragona, 48 anni, di Santo Stefano di Camastra, moglie di un maresciallo dei carabinieri, il cui difensore Benedetto Ricciardi ha scelto il rito abbreviato per arrivare in tempi brevi alla verità processuale e nei confronti della quale si procederà separatamente il prossimo 6 dicembre.

Il pm Giuseppe Costa ha richiesto il rinvio a giudizio per tutte e quattro le insegnanti, così come chiesto dagli avvocati delle dodici parti civili, le famiglie degli alunni, le cui istanze di costituzione di parte civile, unitamente alla costituzione in giudizio del Ministero dell’Istruzione, Università e Ricerca, in qualità di civilmente responsabile, erano state ammesse dal Gup lo scorso ottobre.

La triste vicenda viene alla luce nel maggio dello scorso anno quando tre insegnanti (in origine erano tre poi ad esse se ne aggiunse una quarta individuata grazie ai filmati delle telecamere ed uscì dalle carte processuali una collaboratrice scolastica, ndr), sulla base dell’attività investigativa condotta dal vice questore aggiunto Daniele Manganaro, dirigente del commissariato di Polizia di Sant’Agata Militello, furono raggiunte dalle misure interdittive di sospensione dal servizio emesse dal Gip del Tribunale di Patti Ugo Molina, su richiesta del pm Giorgia Orlando.

A motivare il provvedimento le immagini delle telecamere installate dai poliziotti santagatesi all’interno della scuola. La maestra di Caronia fu sospesa dall’insegnamento per la massima estensione temporale prevista, ovvero un anno, le altre due inizialmente per sei mesi. Furono alcuni genitori, insospettiti dal comportamento dei figli, tutti minori di 10 anni, a rivolgersi ai poliziotti santagatesi, riferendo che i bambini non volevano più andare a scuola o entravano in classe impauriti o tornavano a casa piangendo e persino la recita scolastica sembrava terrorizzarli.

Sono in tutto 32 i frame frutto d’intercettazione, che immortalano gli episodi denunciati dai genitori, in prevalenza compiuti dall’insegnante di Caronia, ripresa mentre ad esempio afferra uno dei piccoli dalla giacca della tuta e lo trascina fuori strattonandolo ed urlando, o quando la cinquantottenne colpisce con uno schiaffo in pieno volto un alunno e lo blocca su una sedia.

Per la maestra Calanni, i difensori Ricciardi e Chicco hanno chiesto venisse disposta perizia psichiatrica affinchè fosse accertata la capacità della stessa di assistere “scientemente” al proprio processo, in virtù della grave patologia da cui risulta affetta, richiesta però rigettata dal Gup. Gli avvocati Occhiuto e Trovato hanno richiesto per le loro assistite il non luogo a procedere.

“Le indagini sono state condotte male- afferma l’avvocato Carmelo Occhiuto- poiché si è cercato di individuare nelle maestre le responsabili, specie per la Calanni, affetta da grave patologia, che la portava a comportarsi in quel modo nei confronti dei bambini. Tutti sapevano, ma tacevano, responsabilità devono essere ravvisate anche nei confronti dei genitori e delle istituzioni scolastiche”.

Le intercettazioni ambientali registrarono inoltre insulti in siciliano ed epiteti poco felici “Sei una capra, cretino, schifosi, cammina tu e tua madre pure, un porcospino sei, un ritardato mentale, siete cosa di stare per la strada e di andarsene veramente nel carcere minorile, non siete cosa di stare con le persone perbene”.

Le altre maestre si sarebbero invece limitate ad osservare quanto accadeva in classe, senza intervenire.

 

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