Sicilia sull’orlo del baratro politico: scandali, dimissioni e rimpasti nella giunta Schifani​

La regione Sicilia vive in questo novembre 2025 una delle fasi politiche più turbolente e critiche degli ultimi anni. La recente ondata di scandali e inchieste giudiziarie ha travolto la classe dirigente regionale, mettendo a nudo un sistema di potere segnato da spartizioni politiche, favoritismi e malaffare. Il caso più clamoroso riguarda l’ex presidente della Regione, Totò Cuffaro, coinvolto in un’inchiesta su appalti pubblici pilotati, con richiesta di arresto a suo carico e la sua conseguente rinuncia irrevocabile a ogni incarico politico nel partito della Democrazia Cristiana, che lui stesso ha guidato per anni.

Questa emergenza giudiziaria ha portato a importanti ripercussioni nell’attuale governo regionale guidato dal presidente Renato Schifani. Nei giorni scorsi, Schifani ha revocato le deleghe agli assessori Dc Nuccia Albano e Andrea Messina, sancendo così l’uscita della Democrazia Cristiana dalla giunta regionale. La mossa, secondo il governatore, è stata un atto di responsabilità politica e morale per tutelare la credibilità delle istituzioni siciliane, aprendo una fase di possibile rimpasto della giunta e di ricomposizione della coalizione di centrodestra al potere.

Intanto, le opposizioni e i sindacati hanno organizzato manifestazioni davanti a Palazzo d’Orleans, chiedendo le dimissioni dell’intera giunta Schifani e denunciando una gestione della sanità e degli appalti pubblici come centri di favori e malaffare. Il presidente dell’Antimafia, Claudio Cracolici, ha evidenziato che il sistema di controllo in Sicilia rimane profondamente carente, sottolineando come il rischio sia quello di una politica sempre più debole e subordinata alla logica del favore, con la magistratura unica baluardo di legalità.

Sul fronte delle iniziative regionali, nonostante il clima di crisi, la giunta ha approvato il Piano Energetico Ambientale Regionale (PEAR), ma la sua efficacia rischia di essere oscurata dall’emergenza politica e dalla perdita di fiducia dei cittadini. Il Codacons ha denunciato come la politica siciliana sia fuori controllo, chiedendo una svolta che restituisca dignità e voce ai cittadini, altrimenti la disillusione elettorale rischia di crescere ancora.

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