Calcio e Arabia, un rapporto da petrodollari

Sono ormai passati un po’ di anni, e quindi anche qualche sessione di mercato, da quando, nel mondo del calcio è letteralmente esploso quello che può essere definito il fenomeno Arabia Saudita. Un qualcosa che ha cambiato l’intero settore, con molti giocatori che, attratti da stipendi faraonici fuori portata per i club europei, hanno scelto questa nuova esperienza. Parallelamente,  sta crescendo anche l’interesse degli appassionati di betting per i campionati del Medio Oriente che sono entrati in pianta stabile sia nei palinsesti televisivi italiani che nei pronostici calcio di oggi. Ma qual è realmente il rapporto tra lo sport più amato del mondo e i petrodollari?

Fenomeno Arabia, i motivi e com’è cambiato il nostro calcio

Da Milinkovic-Savic a Ruben Neves, da Malcom a Diaby, da Neymar a Cristiano Ronaldo, da Brozovic a Luiz Felipe, da Carrasco a Barrow, da Benzema a Sadio Mané, da Mahrez a Retegui, da Moussa Dembele a Seko Fofana, da Firmino a Koulibaly, da Gerrard a Simone Inzaghi: l’elenco di chi è oggi o è comunque passato in Arabia può davvero essere un qualcosa di infinito. Sicuramente non mancano i big. Ovviamente a dominare sono i soldi, gli sponsor e gli investimenti. In testa c’è ovviamente un obiettivo e un traguardo: i Mondiali del 2034.

Le stime, riportate anche da una recente inchiesta de La Gazzetta dello Sport, parlano di investimenti per ben centinaia di miliardi di euro. Una cifra che riguarderà vari settori, come la promozione  del campionato, attraverso diritti tv e sponsorizzazioni internazionali, costruzioni di stadi e infrastrutture, tassello inevitabile per un evento di questo tipo, e l’arrivo di campioni nella Saudi Pro League.

Un esempio può senza alcun dubbio essere l’Al Nassr, squadra di proprietà del Public Investment Fund (75%) Al-Nassr Non-Profit Foundation (25%). Il presidente è Musalli Al-Mu’ammar, ex numero uno della Lega Saudita. Ed ecco che l’ultimo arrivo ossia, Coman, si va ad aggiungere a Joao Felix, Cr7 e Mané formerà un attacco super e da big europea. L’obiettivo dei dirigenti della società di Riad è ovviamente chiaro dominare la Saudi Pro League e ottenere prestigio a livello internazionale.

Ma come si è adeguato il calcio europeo? Inevitabile, viste le offerte faraoniche e i stipendi monstre, l’addio e il dover salutare molti calciatori, e anche allenatori, di alto livello, come dimostrato dal lungo elenco del paragrafo precedente. Questo, secondo molti, ha portato a un minore spettacolo, a una minore qualità e a un livellamento verso il basso. Al di là dell’opinione, appare chiaro ed evidente il contenimento dei costi, con regole come la sostenibilità finanziaria, chiamato spesso Fair Play, che ha posto dei paletti come il pareggio di bilancio, l’assenza di debiti insoluti e, più recentemente, il controllo dei costi della squadra.

Resta da capire quanto, con una concorrenza così impari, in quanti punteranno di più sul settore giovanile. Il pensiero va a squadre come il Barcellona, che ha nella Masia la sua arma, e il Psg, che con Luis Enrique ha puntato su giovani terribili. Basti pensare a Doué. Insomma, la strada e tracciata.

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