CUTRONI ZODDA: IL CONSIGLIO COMUNALE BOCCIA MAGISTRI E CHIEDE L’ IMPEGNO DELLA DEPUTAZIONE REGIONALE

 

Il piccolo vertice a porte chiuse svoltosi lo scorso venerdì tra i sindaci del comprensorio barcellonese e Magistri non ha affatto rassicurato gli abitanti del secondo comune della provincia riguardo il destino del proprio presidio ospedaliero; al contrario ne è scaturito un tam tam di proteste che sembra avere armato ulteriormente la popolazione.

Il rifiuto del commissario generale dell’Asp di presenziare al già fissato consiglio straordinario di ieri sera, 14 gennaio, ha alimentato un malcontento diffuso che solo parzialmente è stato attenuato dalle rassicurazioni dell’Assessore Regionale alla Sanità, Lucia Borsellino. Questa, infatti, pur impossibilitata a prendere parte all’evento serale, ha incontrato nella stessa mattinata il Sindaco Maria Teresa Collica ed il presidente del consiglio comunale Angelo Paride Pino assicurando, come si legge in comunicato stampa, “che le sorti degli ospedali di Barcellona Pozzo di Gotto e Milazzo saranno definite previa concertazione con sindaci del comprensorio.”

Ma questo è tutto ciò che, pare, si possa ottenere da una Regione che dice al contempo di non poter avere l’ultima parola su una vicenda scaturita da provvedimento statale. Sempre nel comunicato sull’incontro con la Borsellino si legge infatti che “ si è in attesa, attualmente, del regolamento attuativo del decreto Balduzzi, che costituirà la base per una rimodulazione futura e rispetto al quale la Regione avrà una limitata possibilità di manovra per adeguarlo alla situazione del territorio.”

Simili presupposti, poco chiari su quanto avverrà davvero, hanno comportato reazioni decise da parte di un consiglio comunale barcellonese che si è mostrato unito nelle proteste e nelle richieste di maggiori sicurezze per la popolazione. Uno dei primi a prendere la parola è stato Armando Alosi. Il consigliere del Pdl, riportando alla mente degli uditori l’art. 32 della Costituzione (sul “diritto alla salute”), ha definito lesivo ed antidemocratico un provvedimento che di fatto mina un‘istituzione sanitaria pubblica a favore di quelle private. Dopotutto concentrare, per determinati settori come la cardiologia, tutta l’utenza barcellonese sul già oberato Fogliani di Milazzo, comporta il rischio di mancanza di posti letto in situazioni di emergenza (il pensiero corre a possibili incidenti nella vicina raffineria mamertina o calamità naturali da scongiurare ma cui essere pronti) così come, già da adesso, l’allungarsi delle liste di attesa per visite diagnostiche come la risonanza magnetica. Importante infatti la testimonianza personale del Sindaco di Castroreale, Alessandro Portaro, che ha raccontato come abbia dovuto, in pericolo di vita, rivolgersi ad una clinica privata per una risonanza utile a salvarlo da un male dal quale difendersi soprattutto con una diagnosi precoce. Sebbene l’articolo 32 recita che “la Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti” resta impossibile non sottolineare come le cliniche private costino e si trovino spesso a chilometri di distanza dalla residenza di malati destinati così ad affrontare viaggi della speranza che in teoria si dovrebbero scongiurare. Gli interventi successivi, pur ribadendo questo punto, si sono concentrati contemporaneamente su altri aspetti salienti come la questione del personale: che fine faranno gli impiegati dei reparti depotenziati del Cutroni Zodda? Questa domanda, avanzata dal consigliere del Pd Orazio Calamuneri,  ha avuto seguito nei successivi interventi sino alla sospensione del consiglio per dare spazio agli invitati: i sindaci del comprensorio ed i deputati messinesi dell’Ars chiamati ad ascoltare e prendere posizione sulla vicenda. Quattro gli onorevoli che hanno parlato ad una sala gremita: Santino Formica (PdL), Filippo Panarello (PD), Marcello Greco (lista Crocetta) e Valentina Zafarana (M5S).

E ad alcuni di loro è parso importante, come se ciò potesse essere d’aiuto,  menzionare la situazione generale dell’ASP messinese che, secondo le velate accuse di Santi Formica, è stata penalizzata per risparmiare tagli ad altre province come Catania. Ma a conclusione degli interventi non si sono ottenute, in linea generale, molte rassicurazioni: tutti i deputati hanno promesso lo studio della problematica e l’appoggio incondizionato alla popolazione, mantenendosi al contempo prudenti su teorie e proposte utili ad una soluzione soddisfacente per entrambe le parti in campo. Così, dopo la ripresa di un consiglio libero di ribadire maggiormente la delusione per il comportamento di Magistri, delusione fortemente espressa dal consigliere Novelli ( “a volte i professori … i “manager” dimenticano che il consiglio comunale rappresenta tutta la città …), al presidente Pino è stato dato modo di leggere il documento da votare e presentare agli atti per una veloce richiesta di chiarimenti ufficiali e finalmente chiari, ribadendo le critiche alla tenuta del commissario:

“A fronte di un’utenza di 80.000 abitanti che si raddoppiano nel periodo estivo, ma anche alla luce dei numerosi interventi e delle professionalità operanti, appare necessario mantenere le unità operative esistenti e rafforzare l’area dell’emergenza urgenza. Il Presidio Ospedaliero di Barcellona, se deve esistere come punto di riferimento di pronto soccorso e non lo si voglia far diventare un cronicario, necessita ancora di: unità di terapia intensiva con numero 4 posti letto, unità operativa traumatologica con numero 6 posti letto, guardia attiva cardiologica ed aumento del numero di posti letto.”

Con la speranza di una celere risposta. (CARMEN MERLINO)

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