Teatro, Cgil impugna regolamento incarichi esterni davanti a Crocetta. Sui ricorsi: “I nostri assistiti non li perdono”

Non solo i ricorsi al Tribunale del lavoro delle maestranze ma anche il nuovo regolamento degli incarichi esterni. Sul piatto della vertenza con i vertici del Teatro Vittorio Emanuele, la Cgil abbonda senza lesinare.

E’ Pippo Di Guardo a puntualizzare, innanzi tutto, sui ricorsi degli orchestrali recentemente rigettati e sulla scelta di non affidarsi all’avvocato del sindacato ma a Loredana Zappalà: “Il nostro legale, Santino Intersimone, segue 10 tecnici per le stesse rivendicazioni degli orchestrali. Ed è stato messo anche a loro disposizione. Ovviamente la scelta è facoltativa e loro hanno optato per un altro avvocato. Gli stessi tecnici che si sono rivolti al nostro legale non si sono visti rigettare il ricorso. Le udienze che li riguardano sono state rinviate di un anno perché all’interno dei loro ricorsi sono contenuti tutti i requisiti affinché possano andare a buon fine”.

Il sindacalista è talmente convinto della bontà delle rivendicazioni dei lavoratori da propendere per il ricorso in appello da parte di chi ha dovuto soccombere in primo grado: “Il sindacato è uno strumento, a disposizione di chi intende usarlo. Intersimone ha anche seguito le cause con il Teatro di Trapani e TaoArte. Noi siamo disponibili con iscritti e non iscritti. Poi, ognuno, sceglie in autonomia”.

L’esponente della Cgil si guarda bene dal mettere in discussione le qualità professionali di Zappalà, componente del nucleo di valutazione di palazzo dei Leoni insieme ad Antonino Saija, sovrintendente dell’Ear: “Si tratta senza dubbio di una validissima professionista. Io stesso le ho fornito del materiale. Aggiungo che tutti erano a conoscenza del suo ruolo all’interno della Provincia, tanto che l’abbiamo incontrata più volte, insieme, per aggiornamenti sul procedimento, dopo che aveva terminato la sua attività per l’ente”.

Il sindacalista ricorda anche dei tentennamenti iniziali in merito ad alcuni aspetti della vertenza: “Si tenga conto che tutti gli orchestrali con meno di 36 mesi di attività sono stati rigettati. Chi invece ne può vantare di più è stato rinviato al prossimo anno, come nel caso dei tecnici”.

Certamente non va sottovalutato il principio affermato dal Tribunale del lavoro di Messina, secondo cui il contratto collettivo da applicare alle maestranze non sarebbe quello delle fondazioni liriche e sinfoniche, attualmente in vigore, bensì quello regionale. Il problema è analogo a quello dei dipendenti del Consorzio autostrade siciliane, come fa notare lo stesso Di Guardo, che aggiunge: “Vorremmo capire perché per il Bellini di Catania, che si trova nella stessa, identica situazione del Vittorio Emanuele, nel 2008 è stata approvata una leggina che per i fabbisogni fa riferimento alla Regione e per l’applicazione del contratto alle fondazioni liriche e sinfoniche. Senza tralasciare che è lo statuto dell’Ear a evidenziare le analogie con il Bellini”.

La Cgil non è tuttavia inflessibile sull’argomento. L’importante è che qualunque modifica si intenda fare, avvenga nel rispetto delle regole. Già la Cisl, del resto, nelle scorse settimane, aveva denunciato una manovra del consiglio di amministrazione del Vittorio Emanuele tesa a introdurre il contratto del pubblico impiego: “E’ possibile tutto ma occorre sedersi a un tavolo e confrontarsi con le organizzazioni sindacali. Invece qui tentano sempre di imporre degli atti di imperio. Non a caso abbiamo denunciato il nuovo regolamento degli incarichi esterni al governatore, Rosario Crocetta, al nuovo assessore, Cleo Li Calzi, e al collegio dei revisori dei conti”. (@FabioBonasera)

Partecipa alla discussione. Commenta l'articolo su Messinaora.it